"Franco Gentilini" di G. Ballo (1958)    


Edizioni del Cavallino, Venezia
   
Nella pittura di Gentilini, quale si è sviluppata da circa un decennio, il motivo segreto nasce alle origini da un interno contrasto perseguito dal pittore in modo sottile. L’ironia stessa è stato solo un aspetto di questo contrasto; il quale, in molte sue immagini, si è concretato accostando un momento comune, quotidiano, di personaggi umili, con opere monumentali cariche di tempo: del fluire della vita contro il tempo ormai fermo. Ma questo motivo poetico ha preso consistenza negli spazi, nel colore, nel segno: superando ogni influsso letterario ed anche ogni generico dualismo tra linguaggio astratto e figurativo. 
Il problema fondamentale è diventato sempre più, per Gentilini, di ordine compositivo: ha purificato i mezzi espressivi, per renderli essenziali nel valore degli spazi inventati, nell’accordo di poche, larghe stesure cromatiche, sempre più basse ed esclusive ma sottilmente soppesate nei valori timbrici, atonali, nel disegno scabro fino all’assolutezza di un neoprimitivo: disegno già in funzione di una raffinata sensibilità coloristica.
Questa esigenza di ordine compositivo non nasce dunque da schemi precostituiti: si sviluppa da un urgente bisogno di colloquio, chiaro nei ritmi. L’aggressività è frenata, si nasconde: ma c’è, e si fa sempre sentire in modo più concreto nei mezzi espressivi. 
Nelle sue immagini anzi il colloquio nasce da ciò che non è detto esplicitamente: fino al punto che uno dei termini del contrasto poetico, fluire della vita di tutti i giorni nella simbologia di personaggi sperduti, e tempo incombente dei tagli architettonici, non è visibile più nelle immagini recenti: ma fa sentire la sua presenza, in modo indiretto. La narrazione si decanta: acquista valore di allusioni risolte nel linguaggio degli spazi.
Da qui un effetto di nuova metafisica, diversa da quella ormai tradizionale: l’espressionismo e il cubismo, per vie differenti, hanno fatto superare ogni allucinato e compiaciuto effetto prospettico di lontananze, alterando i valori spaziali, ribaltandoli in superficie, e anche i limiti formali degli oggetti. Un effetto metafisico di invenzione fantastica: come di balletto grottesco, fermato incisivamente, sospeso ai limiti del tempo. […].  
Gentilini, nella pittura contemporanea non soltanto italiana ma internazionale, ha un posto singolare: la sua pittura nasce da una interna necessità di voce. E, come al solito, è sempre originale che conta. 
Tra i pittori della sua generazione, che si è imposta per un linguaggio sempre più decisamente europeo, aperto agli stimoli di una cultura viva e spesso inquietante, Gentilini si distingue per la coerenza dei risultati non confondibili: le sue immagini superano concretamente ogni generico e ormai superato dualismo tra astratto e figurativo.