"Gentilini e la sua grafica" di R. Lucchese (1973)    


catalogo della mostra, La Gradiva, Firenze, 1973
   
[…] La passione – la parola è davvero pertinente – per il disegno è stata determinante nella vita di Gentilini. Nel 1929, infatti, egli racconta, avendo visto su “La Fiera Letteraria” [“L’Italia Letteraria”, anno II, n. 37, Roma, 14 settembre 1930, n.d.r.] alcuni disegni di Scipione per uno scritto di Bruno Barilli, ed essendo stato immediatamente illuminato dal loro spirito di pungente modernità e dalla perspicua maestrìa del loro tratto, egli pensò di recarsi a Roma, per conoscerne l’autore ed eventualmente rimanere a vivere, studiare e lavorare nella sua stessa città. Egli mise in atto il suo proposito e, giunto nella capitale, ebbe modo, oltre che di conoscere Scipione, di frequentare il famoso Caffè Aragno, dove si incontravano diversi tra i letterati e gli artisti più affermati di allora […]
Fin dai primi tempi del suo soggiorno romano […] Gentilini frequentò le redazioni di alcuni settimanali (L’Italia Letteraria, Quadrivio) presso cui prestò la sua opera di disegnatore, affermandosi presto come uno dei più dotati artisti nel campo della grafica, sia nel genere lirico-idilliaco che in quello satirico. Egli frequentava allora letterati alle loro prime esperienze nelle redazioni: Enrico Falqui, Ercole Patti, Alfredo Mezio, Luigi Diemoz, Carlo Bernari.
Gentilini è – come dicevano con felice espressione nell’ottocento – una forza della natura, una forza portata al piacere di vivere e alla narrazione di fatti, sogni, visioni di vita contemporanea ora in chiave mitica ora in chiave ironica. Ciò non esclude ch’egli, quando tratta argomenti drammatici, non trovi il suo modo di esprimerli con singolare stile ed efficacia inusitata, come, ad esempio, nel suo periodo “espressionista” (1944-1956 circa).
E come una forza della natura, Gentilini somiglia a un fiume dal corso lungo, sinuoso, con numerosi affluenti (gli echi delle personalità e delle correnti artistiche e letterarie), con rapide e cascate nella prima parte del suo fluire, fiume che si fa vasto e caratterizzato da ampie, placide curve nell’ultimo tratto del suo percorso prima di avviarsi verso la foce.
Irreprimibile, il fiume Gentilini si esprime a modo suo. La sintassi grafica e pittorica - come accadeva spesso a Comisso nei suoi racconti – viene da lui inventata. I modi espressivi li coglie dove vuole e li fa suoi (arcaici, classici, popolari o ingenui), assimilati ed elaborati, entrano nella sua corrente, nel suo corso sempre più ampio. […]
Qual è il modo in cui Gentilini si inserisce nella storia dell’arte contemporanea? Anzitutto, egli s’impone per il suo segno (disegno) inconfondibile: antico, moderno, attuale e futuribile al tempo stesso, pieno di echi e di presagi. Il suo linguaggio grafico è già struttura della sua materia pittorica. Quando un artista sa cogliere i motivi stilistici del proprio tempo per renderli duttili entro le sue visioni, è un fatto palese ch’egli si è inserito nella vitalità, nell’esistenza perenne dell’arte. […]