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Il breve lasso di tempo che corre in realtà dal 1950-52 al 1956 è per Gentilini un passaggio fondamentale dal punto di vista tecnico e metodologico. In questi anni il pittore mette a punto la tecnica delle sabbie, partita dalla ricerca di una matericità visibile e spessa delle stesure. Ricerca connessa, del resto, con l'espressività caricata della figurazione precedente.
L'artista tenta dapprima con la sola pittura ad olio, ma nel 1953 approda alla sabbia di fiume impastata con il catrame, inserita in zone delimitate del quadro come ulteriore e autonomo elemento espressivo, per dare nuova consistenza alle tipiche ragazze al caffè, ai gatti di Roma, ai camion degli anni Cinquanta, alle cattedrali di Monreale, ispirate agli studi durante il viaggio in Sicilia dello stesso anno, e poi ai suoi tipici tavoli con nature morte stilizzate e ai numerosi banchetti, idealmente derivanti dall'amenità serena delle precedenti Feste Campestri e conformi allo spirito gioviale e conviviale dell'artista. Dal 1954 in poi la sabbia arriverà a costituire l'intero fondo preparatorio delle sue stesure, dipinte ad olio, graffite o disegnate con il gessetto bianco o con il carboncino.
Il periodo è improntato anche dalla messa a punto dello stile più riconoscibile del pittore faentino: partendo proprio dal viaggio in Sicilia, dove Gentilini visita Palermo, Monreale e Cefalù, il gioco sognante sul filo del disegno evoca le preziosità e i trafori architettonici delle cattedrali moresche e bizantine: fertilissimo filone iconografico che ancora oggi identifica e caratterizza tematicamente l'opera di Gentilini.
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D'altro canto si evidenzia qui, e nei coevi paesaggi romani, l'iniziale ricerca di una scansione geometrica della composizione in stilizzate partizioni strutturali, composte all'insegna di un forte equilibrio estetico e architettonico dell'insieme figurale.
Con la definizione più precisa e pregnante di uno stile personale inoltre, si inaugura, nel 1954, il definitivo contratto con Carlo Cardazzo, titolare delle Gallerie del Naviglio di Milano e del Cavallino di Venezia, il quale promuoverà, da mercante e da amico, l'opera di Gentilini in tutto il mondo, fino al 1963, anno della sua morte.
Anche la produzione grafica di Gentilini contribuirà notevolmente alla diffusione della sua opera, iniziando, nel 1955, con una litografia per Il suonatore notturno di Leonardo Sinisgalli (Edizioni Castelli, Roma) e conoscendo un vero e proprio exploit negli anni Settanta.
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